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Il liutaio

Gli strumenti della Passione

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Sono un liutaio e un costruttore di strumenti musicali. Qui a Lipsia, mi occupo della manutenzione dell’arsenale di strumenti della Thomasschule, della Thomaskirche e… anche di quello personale del Cantor Bach, che possiede e utilizza un bel numero di strumenti di varie fogge e dimensioni.

 

Collaborare con il Cantor Johann Sebastian Bach non è sempre facile. In altri luoghi della Germania e dell’Europa, infatti, la tendenza è quella di andare verso il nuovo, con strani strumenti che ogni tanto qualcuno si inventa – tipo il gravicembalo con il piano & forte che ha costruito Bartolomeo Cristofori, un italiano. A Bach, invece, piacciono molto gli strumenti antichi, che io cerco ostinatamente di rimettere in sesto, nonostante siano spesso caduti in disuso anche qui nelle regioni della profonda Germania centrale.

È una cosa un po’ buffa, se vogliamo. Da un lato, devo riconoscere che le musiche scritte da Herr Bach (soprattutto quelle contrappuntistiche, come le fughe per tastiera) ottengono un ottimo risultato se suonate su qualsiasi strumento. E non dico soltanto qualsiasi strumento a tastiera (che d’altronde qui è spesso indicato in maniera generica con termine Clavier, come il Wohltemperiertes Clavier, il Clavicembalo ben temperato). Ma addirittura capita di suonare queste composizioni, come le Sinfonie a tre voci o le Invenzioni a due voci, anche su strumenti monodici (strumenti ad arco, o flauti), un po’ come avveniva nel Quattro e Cinquecento, quando si suonavano su strumenti musicali una o più linee vocali. Ma Bach spesso estremizza questa abitudine, e sono certo che prima o poi rinuncerà del tutto a indicare gli strumenti per cui scrive certi brani polifonici!

 

In altre occasioni, invece, Herr Bach è estremamente preciso, quasi pignolo, nell’indicare con dettaglio la strumentazione desiderata, quasi che determinati passaggi non possano che essere riprodotti con quel timbro esatto, anche per influenza di una serie di teorie sul significato simbolico degli strumenti. La viola da gamba, ad esempio, è ormai caduta quasi in disuso qui in Sassonia. É uno strumento ad arco con sei o sette corde intonate per successioni di quarte (con una terza maggiore al centro) e con un manico i cui tasti indicano gli intervalli di semitono. Ha avuto una grande fortuna nell’Inghilterra della Regina Elisabetta, ove si costruivano intere famiglie di viole da gamba (dal soprano al contrabbasso), e in Francia, dove divenne lo strumento prediletto di Luigi XIV, il Re Sole. In Germania, le dedicarono grande attenzione Herr Bach, che scrisse addirittura una raccolta di Sonate per viola da gamba e clavicembalo, e il suo amico Georg Friedrich Telemann.

Musica, viola da gamba.png

Gerard Lairesse, Muziek, 1680, Rijksmuseum (Amsterdam), RP-P-OB-46.803

Ma nella musica vocale di Bach questo strumento assume una valenza particolare: il Cantor, infatti, riconosce in questo strumento il simbolo della croce, costruita tra l’asse verticale del manico e quello orizzontale dell’arco, amplificata dal corpo del musicista che la suona. E se si considera la viola da gamba come la personificazione in musica della croce, l’aria Es ist vollbracht della Passione secondo Giovanni assume tutt’altro significato. In quest’aria la viola da gamba dialoga con la voce di contralto in una composta riflessione sulla morte di Cristo, che è stato crocifisso e ha appena pronunciato le sue ultime parole. “Tutto è compiuto” intona la voce: si è compiuto il volere dei GIudei, ma si è compiuto anche il volere di Dio e l’ingresso di Cristo nel Regno dei Cieli..

Ma c’è anche la viola d’amore, che di per sé è più simile a un violino più grande e dal timbro più caldo e amorevole. Il Cantor la utilizza spesso nelle Cantate o nelle Passioni per dar suono all’amore tra l’anima e Cristo, come avviene nell’arioso Betrachte, meine Seel’ (Contempla la mia anima). La turba ha appena ribadito che vuole la morte di Cristo, e nel grande turbinio dell’azione sembra quasi un intervento divino la meditazione della voce del basso che si intreccia con le due viole d’amore!

Per non parlare della grande aria Erwäge (Immagina), il numero immediatamente successivo, in cui la voce di tenore invita il fedele a riconoscere nella schiena sanguinante e flagellata di Cristo lo splendore di un arcobaleno. E sono proprio le viole d’amore a creare il tappeto sonoro mistico di questa sospensione meditativa.

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Lavorare con Bach non è semplice, ma quando scopri questo intreccio di timbro e affetto, non puoi dare il tuo contributo nella costruzione di questa alchemica emozione che egli è capace di donare a chi ascolta la sua musica.

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