Bach (Buscaroli)
Piero Buscaroli
Mondadori, Milano, 1a ed. 1985.
Forse il più controverso e dibattuto tra gli studi bachiani pubblicati in Italia, questo volume è considerato da alcuni “la” biografia bachiana italiana per eccellenza: uscito nel 1985 in occasione del terzo centenario dalla nascita di Johann Sebastian Bach (quasi in contemporanea con "Frau Musika" di Alberto Basso), e preceduto da un altro volumetto su "La nuova immagine di Bach", questo testo è stato ristampato diverse volte ed è stato il primo libro musicologico ammesso nella collana degli Oscar Mondadori. Buscaroli tentò più volte di far pubblicare l’opera in traduzione, senza riuscirci.
Nel volume l'autore mira a demolire la visione del "Bach Quinto Evangelista", ovvero di un compositore prevalentemente votato alla musica religiosa; fra i passi più discussi della biografia vi è quello secondo cui «è esigua la quantità della musica di chiesa da lui [Bach] composta se si paragona con la produzione di un gran numero di maestri». Buscaroli aveva già discusso queste problematiche in un breve saggio pubblicato all'inizio degli anni Ottanta, "La nuova immagine di J. S. Bach".
Il critico musicale romagnolo assume qui una posizione molto critica verso la musicologia bachiana tedesca e la chiesa luterana: egli considera come suo unico modello Friedrich Blume, il curatore dell'MGG che nel 1962 aveva presentato al Bachfest di Magonza una dibattutissima relazione sulle nuove scoperte bachiane.
Secondo molti, Buscaroli procede per affermazioni arbitrarie e incertezze, ammettendo continuamente di non poter offrire altro che ipotesi e congetture: è nota a questo proposito la stroncatura del libro redatta da Massimo Mila e pubblicata il 19/10/1985 su La Stampa.
Secondo Mila, “[Buscaroli] con una preparazione straordinaria, invece d'un libro di storia, ci ha dato un violentissimo pamphlet. Ma i pamphlets, per essere buoni, devono essere brevi. Questo, invece, è di 1200 pagine”.