Johann Sebastian Bach, Concerto in D minor BWV 1052R, for violin, strings and basso continuo
Fabrizio Ammetto
Fabrizio Ammetto (a cura di), Edition HH, Launton 2020.
Da quasi 150 anni il ben noto Concerto per clavicembalo in re minore BWV 1052 viene considerato una trascrizione di un concerto per violino molto precedente. Sono apparse numerose ricostruzioni pubblicate di questo "originale perduto", così come molte registrazioni moderne. Tuttavia, queste ultime si sono dimostrate insoddisfacenti sia dal punto di vista musicologico che violinistico e alcuni importanti studiosi hanno persino dubitato che il violino fosse lo strumento solista originale.
Il violinista Fabrizio Ammetto, specializzato nella musica del tardo barocco, ne propone in questo recentissimo volume una valida ricostruzione, realizzata attraverso l’attento confronto di cinque fonti sopravvissute e una grande attenzione alla scrittura solista idiomatica.
Il concerto BWV 1052 fu riarrangiato dallo stesso Bach come concerto d'organo nel 1728, nonchè utilizzato in due cantate: precisamente il primo movimento nella Sinfonia d’apertura di Wir müssen durch viel Trübsal BWV 146[22] e il terzo nella Sinfonia di Ich habe meine Zuversicht BWV 188.
La prima versione del concerto risale a un periodo di poco anteriore al 1720, quando Bach compose i Concerti brandeburghesi e altre opere caratterizzate da un intenso virtuosismo che le avvicina allo stile di Antonio Vivaldi.