Johann Sebastian Bach. Il musicista teologo
Gianni Long
Claudiana, Torino 1985.
Pubblicato nel 1985 (anno del 300° anniversario dalla nascita del Kantor) questo volume, successivo a quello di Buscaroli, intendeva riportare all'attenzione del lettore italiano la centralità della chiesa luterana nella produzione e nella vita di Bach: se infatti in Germania la musica sacra del maestro di Eisenach è tuttora adoperata nel culto luterano, in Italia si conoscono prevalentemente le sue opere strumentali e profane. Secondo quanto sostiene Long, invece, non si può prescindere dal fatto che molte delle composizioni di Bach siano nate per il culto, né trascurare la straordinaria capacità di esegesi biblica e di penetrazione religiosa che questi manifestò nelle sue opere.
La maggior parte delle opere bachiane sono di carattere sacro: cantate, corali, mottetti, lieder e arie spirituali, passioni, oratori, preludi corali per organo, Magnificat, messe e messe brevi costituiscono quasi i due terzi del Bach-Werke-Verzeichnis. In particolare, Bach utilizzò spesso nelle composizioni sacre parafrasi di opere scritte per un contesto profano, ma non avvenne mai il contrario.
Seppur di fede luterana, Bach ambiva a diventare musicista di corte a Dresda, il cui sovrano - Augusto il forte - si era convertito al cattolicesimo per ottenere il titolo di Re di Polonia; nel 1733 Bach presentò alla corte di Dresda il Kyrie e il Gloria della Messa in si minore BWV 232, la sua unica composizione dichiaratamente cattolica.
Gianni Long (1950-2014) è stato un giurista, e non si ritenne mai un musicologo. Dedicatosi soprattutto alla figura del Kantor, è stato autore anche di “In viaggio con Bach” (Claudiana editrice, 2012). Di fede valdese, nell’introduzione a “Il musicista teologo” lasciò una dedica di pieno sapore bachiano: “Soli deo gloria”.