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Suite

Il termine (in francese significa ‘successione’), il cui corrispettivo italiano è Partita, indica una serie di composizioni strumentali derivate dalle forme di danza (le cosiddette Galanterien), che ne costituiscono i movimenti.
Le sue origini risalgono al Cinquecento, periodo in cui di norma venivano abbinate due danze contrastanti per tempo e per carattere. Nel Seicento nacque la consuetudine di riunire le musiche per danza in suite di tre o più danze accomunate dall’uso della medesima tonalità.

Tra XVII e XVIII secolo il genere compositivo assume una configurazione standardizzata, cioè la strutturazione in quattro movimenti correlati fra loro e appartenenti alla stessa tonalità: Allemande (spesso cantabile, in ritmo binario e tempo moderato), Courante (dal carattere vivace, in ritmo binario o ternario), Sarabanda (in ritmo lento e tempo ternario) e Gigue (di norma rapida e in ritmo ternario). A questa serie di danze potevano venirne aggiunte delle altre, come la Gavotta, il Minuetto o la Bourrée.
Nel periodo barocco, nonostante la musica per danza fosse considerata un genere di second’ordine, anche compositori di musica d’arte iniziarono ad occuparsene. Va però segnalato che, per via della loro complessità ritmica e contrappuntistica, le suite da loro composte generalmente non venivano concepite per essere danzate.

Johann Sebastian Bach compose quattro Suite per orchestra (BWV 1066-1069), sedici Suite per clavicembalo (BWV 806-817) e sei Suite per violoncello (BWV 1007-1012), quattro Suite per liuto (BWV 995-998) e una per violino e cembalo obbligato (BWV 1025). La celebre Aria sulla quarta corda è un arrangiamento del secondo movimento (Aria) della Suite per orchestra n. 3 in re maggiore (BWV 1068).

Nelle Suite per cembalo di Bach è evidente l’influenza di modelli francesi, italiani e tedeschi. Il compositore ne scrisse tre serie, ognuna composta da sei Suite. Le Suite francesi (BWV 812-817) e le Suite inglesi (BWV 806-811) furono composte negli anni in cui si era stabilito a Köthen presso la corte del principe Leopold di Anhalt-Köthen. Ogni Suite inglese inizia con un preludio ed è formata dai quattro movimenti consueti (Allemanda, Corrente, Sarabanda e Giga) con l’aggiunta di brevi movimenti inseriti tra Sarabanda e Giga. Non fu Bach a denominare le sue Suite “inglesi” e “francesi”, ma uno dei suoi maggiori biografi: Johann Nikolaus Forkel.
Altro magistrale esempio del genere della suite sono le sei Partite (BWV 825-830), pubblicate separatamente tra il 1726 e il 1730 per poi essere raccolte nel 1731 come prima parte della raccolta intitolata Clavier-Übung (‘Esercizio per la tastiera’). Nelle Partite, quasi tutte le danze sono altamente stilizzate e rappresentano il culmine di questa forma musicale barocca. Anche la seconda parte della Clavier-Übung contiene una partita di ampie dimensioni in si minore intitolata Ouverture in stile francese (BWV 831) per clavicembalo con due manuali, suddivisa nelle tradizionali Corrente, Sarabanda e Giga, ma con le francesi Gavotta, Passepied e Bourrée in sostituzione della tedesca Allemanda.

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