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Il Clavicembalo tedesco

INTRODUZIONE
Pur essendo, la Germania, il Paese che ha lasciato più libri sulla costruzione di strumenti musicali nel XVI e XVII sec., pochissimi strumenti a tastiera precedenti al 1700 sono poi effettivamente sopravvissuti nel tempo. Di questi, la maggior parte sono comunque stati costruiti nel tardo ‘600. La Guerra dei Trent’anni (1618-1648) aveva quasi totalmente azzerato la produzione di strumenti musicali, e quando questa riprese dopo la metà del secolo, l’influenza francese era dominante in ogni campo. Il tipico clavicembalo tedesco settecentesco è infatti fortemente influenzato dagli strumenti francesi e fiamminghi (in particolare i Ruckers).

PRAETORIUS E GLI STRUMENTI PRIMA DI BACH
Sappiamo che la Germania conosceva i clavicembali già in precedenza, come ci testimonia ad esempio la comparsa del termine clavicymbolum in alcune composizioni dei Minnesanger nel 1404, oppure dalle descrizioni e illustrazioni di Sebastian Virdung del 1511 di strumenti aventi la meccanica a salterelli (virginal, clavicimbalum e claveciterium).
Nel secondo volume di “Syntagmata Musicum – De Organographia” (1619) di Michael Praetorius, quasi tutti gli strumenti a tastiera presentati sono di origine non tedesca (per la maggior parte fiamminghi o italiani). L’autore, tuttavia, non è molto specifico né sull’estensione ordinaria, né sulla disposizione. Il capitolo XXXVII si apre con un problema terminologico, poiché sembra che i suoi contemporanei chiamassero instrument tutti gli strumenti a tastiera. Il clavicembalo, nello specifico, era chiamato con diversi nomi, da clavicymbel, a flügel o a schweinskopff (letteralmente “testa di maiale”, per via della forma a punta della coda dello strumento, che ricorda appunto la testa di un cinghiale).

CLAVICEMBALI, CLAVICORDI E ORGANI
La Germania seicentesca era piuttosto conosciuta per la costruzione di clavicordi e organi, che per i clavicembali (al contrario, invece, di Italia, Francia e Fiandre). Uno dei motivi suggeriti di Hubbard è che organi e clavicordi competevano con prezzi ampiamente inferiori in proporzione al prezzo di un buon cembalo; la costruzione di clavicembali, inoltre, avrebbe tolto tempo ed energie ai costruttori già impegnati.
Soprattutto ad Amburgo, la stretta associazione tra costruttori di clavicembali e di organi ha spesso condotto gli stessi a pensare il clavicembalo in modo “organistico”, ossia – come vedremo successivamente – uno strumento nel quale determinati timbri sono ottenuti mediante la somma dei registri, ossia da canne che sono per loro in relazione armonica. I suoni delle corde pizzicate del clavicembalo sono però, per loro natura, estremamente più complessi rispetto al suono delle canne d’organo: se con queste ultime è possibile sovrapporre registri ad intervalli diversi rispetto a quelli di ottava per arricchire il suono, nel clavicembalo i registri erano vincolati ai soli rapporti di ottava. Il 4’ ebbe un dichiarato successo; il 16’ e il 2’ molto meno. Quest’ultimo, in particolar modo, poiché il timbro non era abbastanza diverso dal 4’ da poter giustificare l’ulteriore complessità costruttiva.
La struttura della cassa di clavicembali col 16 piedi poteva essere costruita seguendo tre criteri:
1) Rimpiazzando uno degli 8 piedi col 16, usando quindi corde molto più spesse e più corte di quanto invece dovrebbero essere (con importanti svantaggi dal punto di vista sonoro):
2) Costruendo una cassa leggermente più grande dello standard con un terzo ponte sulla tavola armonica;
3) Aggiungendo una seconda tavola armonica, posta a fianco e in successione alla prima (che terminava poco dopo il ponte dell’8 piedi). La cassa, di conseguenza, si presentava con una doppia curva sul lato. Questa soluzione era quella che permetteva maggior risonanza e stabilità.

LE TASTIERE E LA COSIDDETTA “DISPOSIZIONE BACH”
I clavicembali ad un manuale avevano solitamente 2 registri di otto piedi (8’) e uno di quattro piedi (4’). I clavicembali a due manuali, sul modello dei francesi, avevano come base due registri di 8 piedi e uno di 4 piedi. Su come questi venissero organizzati, soprattutto se con l’aggiunta di un 16 piedi, vi sono idee contrapposte.
La cosiddetta “Bach disposition” (1x8’ e 1x4’ sul manuale superiore, e 1x8’ e 1x16’ sul manuale inferiore) sembra non esser stata mai trovata su strumenti autentici e originali. La disposizione più comune vedeva 1x8’ sul manuale superiore, e 1x16’, 1x8’ e 1x4’ sul manuale inferiore. Questa soluzione favorirebbe, oltre ad altri vantaggi, una migliore alternanza di Tutti e Solo, e soprattutto permetterebbe di sfruttare il 16’ per dare peso e sottolineare particolari momenti o passaggi omofonici senza la necessità di fare difficili cambi di registri o inserire l’unione dei manuali.
I clavicembali a tre manuali sono più rari. Probabilmente furono solamente un tentativo per permettere più rapidi e pratici cambi di registri, oltre che di avvicinare il cembalo all’estetica pianistica che andava diffondendosi.

LE PRINCIPALI SCUOLE DI COSTRUZIONE
Le principali Scuole di costruzione di clavicembalo in Germania nel Settecento sono due: la Scuola di Amburgo e la Scuola Sassone.
SCUOLA DI AMBURGO
Gli strumenti realizzati all’interno di questa Scuola sono tendenzialmente di struttura massiccia e sontuosamente decorati: ne è un chiaro esempio il clavicembalo Hieronymus Albrecht Hass del 1734 conservato a Berlino.
Ne troviamo sia a uno sia a due manuali.
L’estensione poteva variare dalle 4 ottave e mezza a 5 più due note.
Altrettanto diversa era la disposizione dei registri tra i vari strumenti:
2x8’ - 1x4’;
3x8’ - 1x4’;
1x16’ - 2x8’ - 1x4’;
1x16’ - 2x8’ - 1x4’ - 1x2’.
I costruttori principali della Scuola di Amburgo furono: Hieronymus Albrecht Hass (o Hasch), Johann Adolph Hass, Carl Conradt Fleisher, Christian Zell, Gotlieb Rosenau.

SCUOLA SASSONE
Gli strumenti sassoni erano più semplici e modesti nelle decorazioni (quasi assenti) rispetto agli strumenti di Amburgo, e molto spesso non firmati. I costruttori appartenenti a questa Scuola erano geograficamente più dislocati sul territorio.
Generalmente a due manuali, l’estensione era perlopiù di 5 ottave e una nota (FF-f ’’) e i registri erano organizzati secondo una disposizione tipica, mai stravagante né sperimentale, ossia 2x8’, 1x4’.
I principali costruttori che appartengono alla Scuola Sassone sono Johann Heinrich Gräbner, Carl August Gräbner e Gottfried Silbermann. Quest’ultimo, oltre ad essere molto riconosciuto come cembalaro e ad aver avuto un’attività piuttosto intensa in Sassonia, aveva anche una propaggine molto attiva di produzione a Strasburgo.


I TASTI
“Chiunque abbia l’abitudine di disporre correttamente le proprie dita sulla tastiera saprà che non è mai necessario allungare [stendere] le proprie dita mentre suona. Perché avrebbe allora bisogno di tastiere tanto lunghe? Per quanto riguarda la larghezza dei tasti, si sa che soprattutto a Brandeburgo i tasti erano più stretti che ovunque altro, ma nessun uomo si è mai trovato con le dita pizzicate [incastrate] tra i semitoni. Ci sono giganti, allora, in Turingia? Un dato organista che indossava scarpe molto grandi aveva i tasti al pedale del suo organo, su cui non suonava molto comunque, così lontani tra loro che chiunque altro desiderasse di suonare alla pedaliera qualcosa di più del basso già comunque suonato dal piccolo dito della mano sinistra, si sarebbe facilmente rotto. I francesi, ragionevolmente, costruiscono i tasti dei propri clavicembali ancora più corti che in Germania; ma nessuno si è mai lamentato. I semitoni devono essere comunque un po’ più sottili sul lato superiore che verso la base.”
(J. Adlung, Musica Organoedi, II, cit. Agricola, allievo di J. S. Bach)
Agricola aggiunge inoltre che Bach apprezzava i tasti più corti anche negli organi.

I REGISTRI erano controllati da leve manuali. Questa fu la tendenza generale fino a dopo Bach, Handel, Couperin e Scarlatti. Le due scuole, quella di Amburgo e quella Sassone, adottavano soluzioni leggermente diverse: ad Amburgo le leve erano sistemate all’interno, dietro il frontalino (data l’interferenza del leggio la manipolazione era poco pratica); la scuola sassone adottava invece una soluzione più pratica, lasciando le leve sul fronte dello strumento.

L’ESTENSIONE usuale era FF-f’’’ oppure GG-g’’’, anche se a volte si può trovare estensioni minori seppur su strumenti di dimensioni importanti. In linea di massima tra i 48 tasti (4 ottave) e i 61 asti (5 ottave).

MICHAEL MIETKE
Michel Mietke fu costruttore ufficiale di clavicembali presso la corte di Prussia dal 1707.
Di Mietke sono rimasti tre strumenti, due dei quali conservati al castello di Charlottenburg (Berlino) e uno a Hudiksvall in Svezia. Dei due conservati a Berlino, risalenti ai primi anni del ‘700, uno è ad un manuale (bianco) con due registri di 8’ e corde in ottone; l’altro è a due manuali (nero) con tre registri (8’ - 8’ e 4’). Questi strumenti furono con ogni probabilità utilizzati da Bach stesso durante il periodo di Köthen e si ipotizza che su uno di questi strumenti abbia composto il Quinto Concerto Brandeburghese. Nel 1719, infatti, J. S. Bach fu incaricato dal principe Leopold di Anhalt-Köthen di recarsi a Berlino per acquistare un cembalo a due manuali destinato alla sua cappella.

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