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Le fonti delle I&S

Nel 1723 J. S. Bach completava il manoscritto autografo in bella copia delle 15 Invenzioni a due voci e 15 Sinfonie a tre voci, concludendo così il percorso didattico progettato nei suoi anni a Köthen. Oggi il manoscritto è conservato alla Biblioteca di Stato di Berlino (D-B Mus.ms. Bach P 610) .

Il testo delle due raccolte è stato fatto precedere da una precisazione estremamente significativa. 

Metodo efficace | con cui si presenta agli appassionati del clavicembalo | e soprattutto a coloro che sono desiderosi di apprendere, | non soltanto 1) come si suona correttamente a due voci, |ma anche 2) come si può arrivare, man mano che l’allievo progredisce, | a far buon uso di tre voci obbligate | e ottenere così non soltanto delle buone invenzioni, | ma poterle pure ben eseguire e soprattutto acquistare l’arte del cantabile e | il gusto della composizione. Joh. Seb. Bach, | Maestro di Cappella di Sua Altezza | il Principe di Anhalt-Cöthen, | Anno Christi 1723.

Le Invenzioni e le Sinfonie, dunque, sono state composte con un duplice obiettivo: quello di accompagnare gli allievi nel loro studio della tecnica strumentale alla tastiera, introducendoli al “buon gusto”, ma anche quello di insegnare loro a scrivere composizioni in contrappunto a due e a tre voci. 

Bach non fu il primo ad utilizzare la forma compositiva delle invenzioni. Già il compositore italiano Francesco Antonio Bonporti (1672-1749) aveva pubblicato una raccolta di Invenzioni a violino solo col basso continuo Op. 10 (1713), alcune delle quali furono erroneamente attribuite a Bach. Il compositore tedesco, infatti, ne fece un punto di riferimento per apprendere la tradizione italiana contrappuntistico-improvvisativa.

Come sappiamo, il percorso didattico progettato da Bach per i suoi allievi non si esauriva con le Invenzioni e le Sinfonie. Il passaggio successivo sarebbe stato quello di intraprendere lo studio dei Preludi del Clavicembalo ben temperato, ulteriore prova tecnico-strumentale e improvvisativa, e le Fughe, quale modello contrappuntistico più formalizzato, che Bach elabora a 2, 3, 4 e 5 voci. 

Autografo

Autografo P 610

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Nel 1720 il figlio primogenito di J. S. Bach, Wilhelm Friedemann avrebbe compiuto dieci anni. La famiglia Bach si trovava a Köthen in quegli anni, e Johann Sebastian da alcuni tempi aveva iniziato ad elaborare un metodo didattico con il quale insegnare ai suoi figli e agli allievi a suonare e a comporre. Il decimo compleanno del figlio, dunque, rappresentò un’occasione eccezionale per redigere e regalare un piccolo quaderno di musica, oggi noto come il Clavierbüchlein für Wilhelm Friedemann. Si tratta di un libretto di settanta pagine il cui intento didattico è evidente sin dalle prime pagine, ove troviamo alcuni pochi esempi di come si approcciassero alla musica gli allievi di J.S. Bach.

Innanzitutto si introducono le note musicali nelle diverse chiavi e poi si propone una tavola degli ornamenti. Successivamente, il quadernetto comprende oltre sessanta piccoli brani, scritti dalla famiglia Bach e da musicisti contemporanei (compreso il padrino di Wilhlem Friedemann, G.P. Telemann). Tra questi, compaiono anche le prime versioni, piuttosto semplificate, delle Invenzioni, delle Sinfonie (che qui prendono rispettivamente i nomi di Praeambula, Fantasiae) e di alcuni Preludi del libro I del Clavicembalo ben temperato.

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