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332 elementi trovati per ""

  • Rinaldo Alessandrini

    Rinaldo Alessandrini Concerto Italiano Bach: esecuzione, interpretazione, registrazione Rinaldo Alessandrini si definisce "studioso della musica e della poetica di Bach, eternamente devoto [al compositore] per gli insegnamenti" ricevuti. Da questo studio approfondito, appassionato e metodico sono scaturite numerose registrazioni pubblicate con le più importanti etichette internazionali, accanto ad una sempre vivace attività interpretativa in concerti e tournées. Rinaldo Alessandrini si definisce "autodidatta, creatore di Concerto Italiano (1984), concerti in tutto il mondo dal 1979. Direttore d'orchestra (integrale delle opere di Monteverdi Scala/Opera Garnier). Discografia (1988/2019) 105 produzioni, 5 Gramophone Awards".

  • Musicologa | www.jsbach.it

    < Torna indietro La musicologa Le fonti: la Passione dal 1724 ​ Sono una studentessa di musicologia, sono innamorata della musica e mi affascina interrogarmi sul perché e sul “come” della musica; sui processi della sua creazione ed esecuzione; su come questa si tramandi, si trasmetta e si viva… Ammetto, però, che talora tutto questo sia davvero faticoso: per esempio adesso sto studiando la Passione secondo Giovanni di Bach. L’argomento mi appassiona e Bach è certamente uno dei miei autori preferiti, ma perché questo benedetto uomo ha voluto rimettere mano così tante volte a questa Passione? Pare che Bach ci abbia lavorato per un sacco di anni… La prima versione è del 1724, e oggi è conservata alla Biblioteca di Stato di Berlino e consultabile sulla grande piattaforma online Bach Digital ( D-B M us.ms. Bach St. 111, Fascicolo 1 ) . Di questa versione, si sono conservate però soltanto le parti delle voci di ripieno (del coro) e le parti di raddoppio degli archi. É così emozionante riconoscere l’incipit del primo corale Herr, unser Herrscher , e pensare che proprio da questa parte hanno letto gli studenti della Thomasschule per la prima esecuzione della Passione, presentata da Bach all’assemblea della Nikolaikirche, la Chiesa di S. Nicola di Lipsia il Venerdì Santo, 7 Aprile 1724 “Herr, unser Herrscher”, Soprano Ripieno, JP, D-B Mus.ms. Bach St. 111, Fascicolo 1 Già l’anno successivo, il 1725, Bach l’ha ripresa per eseguirla il 30 marzo alla Thomaskirche, e inserì le prime modifiche ( D-B Mus.ms. Bach St. 111, Fascicolo 2 ). In quel periodo, infatti, stava lavorando sulle Cantate corali, ovvero su quelle cantate costruite sul testo e sulla struttura di singoli corali luterani, e – probabilmente – ritenne opportuno irrobustire anche la Passione dando maggiore attenzione al coro. Da un lato, aggiunse tre arie, una delle quali è stata integrata con un corale (Himmel reiße , poi tagliata). Dall’altra parte, sostituì il coro iniziale e finale, includendo ora i corali figurati O Mensch, bewein (che poi è stato nuovamente staccato dalla Passione secondo Giovanni, e ora apre quella secondo Matteo) e Christe, du Lamm Gottes . “O Mensch, bewein”, Soprano Concertante, Passio secundum Johannes, D-B Mus.ms. Bach St. 111, Fascicolo 2 Di questa versione il musicologo tedesco Manuel Bärwald ha recentemente curato un nuovo volume della grande Neue Bach Ausgabe, l’edizione critica bachiana. Quando Bach aveva 47 anni, attorno al 1732, ha deciso di ritornare nuovamente sul suo testo . Questa volta si è concentrato sui testi evangelici, eliminando dal libretto della Passione secondo Giovanni ogni frammento dei Vangeli sinottici di Marco e Matteo, che invece comparivano nella prima versione per ripristinare il racconto molto sobrio e teologico di Giovanni. In questa occasione operò anche altri interventi (soprattutto legati alla strumentazione), ma purtroppo le fonti su questa versione sono davvero lacunose. Pazienza, significherà che potrò studiare un po’ meno! ​ C’è poi una versione intermedia, in cui Bach si era messo proprio a riscrivere (letteralmente) la Passione ma dopo i primi dieci numeri ha abbandonato il lavoro. Ma il suo interesse per la Passione secondo Giovanni non si è esaurito, ed esiste, una quarta versione datata 1749, di cui ci è persino rimasta la partitura ( D-B Mus.ms. Bach P 28 )! In breve, Bach ha passato venticinque anni a tornarci su! E il bello è che alla fine… ha fatto più o meno marcia indietro, riportando il testo e la strumentazione a quelli della seconda versione del 1725. “Herr, unser Herrscher”, JP, D-B Mus.ms. Bach P 28 Oggi non è semplice non perdersi tra tutte queste fonti, e i musicologi non smettono mai di tornare a studiarle. Raffaele Mellace, il presidente della Società Bachiana Italiana, in un suo recente libro su “La Voce di Bach” ha pubblicato una sinossi delle diverse versioni della Passione che mi sarà utilissima per orientarmi in questo ginepraio! Raffaele Mellace, La voce di Bach. Passioni, Oratori, Mottetti, Magnificat, Carocci, Roma, 2022, p. 38

  • Convegno CBT | www.jsbach.it

    CBT 300 anni dopo Torino, Biblioteca civica musicale "Andrea Della Corte" 20 - 22 giugno 2022 Torna al CBT22 English version A tre secoli di distanza dalla redazione della prima serie di ventiquattro Preludi e fughe del Clavicembalo ben temperato , JSBach.it – Società Bachiana Italiana, insieme all'Università degli Studi di Torino e alla Biblioteca civica musicale "Andrea Della Corte", invitano la comunità scientifica internazionale a riflettere su quest’opera fondamentale. Il convegno Il Clavicembalo ben temperato 300 anni dopo si terrà a Torino, nella bellissima villa de La Tesoriera, dal 20 al 22 giugno 2022. Call for papers Scadenza 31.03.2022 Programma COMITATO SCIENTIFICO Chiara Bertoglio (Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale) ; Maria Borghesi (Conservatorio di musica "A. Pedrollo" di Vicenza) ; Raffaele Mellace (Università degli Studi di Genova) ; Matteo Messori (Conservatorio di Genova e Bergamo) ; Alberto Rizzuti (Università degli Studi di Torino) KEYNOTE Yo Tomita (Queen's University Belfast - UK) ENTI ORGANIZZATORI MEDIA PARTNER PATROCINI

  • Johann Sebastian Bach. Il musicista teologo

    < Torna indietro Johann Sebastian Bach. Il musicista teologo Gianni Long Claudiana, Torino 1985. Pubblicato nel 1985 (anno del 300° anniversario dalla nascita del Kantor) questo volume, successivo a quello di Buscaroli, intendeva riportare all'attenzione del lettore italiano la centralità della chiesa luterana nella produzione e nella vita di Bach: se infatti in Germania la musica sacra del maestro di Eisenach è tuttora adoperata nel culto luterano, in Italia si conoscono prevalentemente le sue opere strumentali e profane. Secondo quanto sostiene Long, invece, non si può prescindere dal fatto che molte delle composizioni di Bach siano nate per il culto, né trascurare la straordinaria capacità di esegesi biblica e di penetrazione religiosa che questi manifestò nelle sue opere. La maggior parte delle opere bachiane sono di carattere sacro: cantate, corali, mottetti, lieder e arie spirituali, passioni, oratori, preludi corali per organo, Magnificat, messe e messe brevi costituiscono quasi i due terzi del Bach-Werke-Verzeichnis. In particolare, Bach utilizzò spesso nelle composizioni sacre parafrasi di opere scritte per un contesto profano, ma non avvenne mai il contrario. Seppur di fede luterana, Bach ambiva a diventare musicista di corte a Dresda, il cui sovrano - Augusto il forte - si era convertito al cattolicesimo per ottenere il titolo di Re di Polonia; nel 1733 Bach presentò alla corte di Dresda il Kyrie e il Gloria della Messa in si minore BWV 232, la sua unica composizione dichiaratamente cattolica. Gianni Long (1950-2014) è stato un giurista, e non si ritenne mai un musicologo. Dedicatosi soprattutto alla figura del Kantor, è stato autore anche di “In viaggio con Bach” (Claudiana editrice, 2012). Di fede valdese, nell’introduzione a “Il musicista teologo” lasciò una dedica di pieno sapore bachiano: “Soli deo gloria”. < Precedente Successivo >

  • Ton Koopman

    Ton Koopman Amsterdam Baroque Choir and Orchestra Per un Johann Sebastian Bach storicamente informato Tra i primi sostenitori della prassi storicamente informata, Ton Koopman ha eseguito la musica di Bach in tutto il mondo, sia come solista, sia in qualità di direttore. L'attività di concertista lo ha portato a esibirsi in tutto il mondo, sia come solista che come direttore. La sua vasta discografia comprende l'integrale delle cantate e delle opere per organo di Bach, la Passione secondo Matteo (due registrazioni), la Passione secondo Giovanni, la Messa in Si minore, l'Oratorio di Natale, una registrazione della sua ricostruzione della Passione secondo Marco. Molto amato dal pubblico italiano, Ton Koopman è stato uno dei "padrini" delle Settimane Bach, il ciclo integrale delle cantate di Bach organizzato dalla Società del Quartetto di Milano tra 1994 e 2004. Inoltre, ha scritto a quattro mani con Christoph Wolff un tre volumi su "Il mondo delle Cantate", tradotti in italiano. Particolarmente legato all'Italia, è cittadino onorario della città di Verona. Nato nel 1944, Ton Koopman studiò musicologia, organo con Simon Jansen e clavicembalo con Gustav Leonhardt. Si specializzò in musica barocca e ricevette il premio di eccellenza in entrambi gli strumenti. Nel 1979 fondò la Amsterdam Baroque Orchestra, e, nel 1992, l'Amsterdam Baroque Choir, successivamente divenuti Amsterdam Baroque Orchestra & Choir. Specializzato in musica barocca, principalmente nei repertori relativi a Dietrich Buxtehude e Johann Sebastian Bach, Ton Koopman è un sostenitore della prassi storicamente informata. Fra le case discografiche che hanno pubblicato suoi cd si citano la Erato, Teldec, Sony, Philips Records e Deutsche Grammophon. Nel 2002 ha fondato una propria etichetta discografica, la Antoine Marchand, traduzione francese del suo nome. Fra il 1994 e il 2004 ha eseguito e registrato l'integrale delle cantate di Johann Sebastian Bach, impresa che gli ha valso il premio Deutsche Schallplattenpreis Echo Klassik 1997, il premio Berlioz e il BBC Award, oltre alle nomination per il Grammy Award e per il Gramophone Award. Nel 2005 ha dato inizio alla Dieterich Buxtehude - Opera Omnia, un progetto per registrare l'integrale delle opere di Dietrich Buxtehude. Da ottobre 2006 sono stati pubblicati diciassette volumi. Dal 2004 è presidente della International Dieterich Buxtehude Society, e, nel 2012, ha ricevuto il Buxtehude-Preistränger dalla città di Lubecca e il Bach-Preistränger dalla città di Lipsia. Oltre alla cattedra di clavicembalo al Conservatorio Reale dell'Aia, Koopman è professore presso l'Università di Leida e membro onorario della Royal Academy of Music di Londra. Dal 2020 è socio onorario di JSBach.it

  • Corelli, Vivaldi, Bach

    < Torna indietro Corelli, Vivaldi, Bach di Maria Borghesi È ben noto che la geografia dell’Europa come la conosciamo oggi è piuttosto recente, e appena una trentina di anni fa i confini di alcuni degli stati ora considerati dei punti cardine nel vecchio continente avevano una forma del tutto differente. Se questo vale parlando del passato recente, si pensi a cosa poteva essere l’Europa tre secoli fa: per andare da una parte all’altra del continente si impiegavano settimane, talvolta mesi, perché ci si spostava a piedi o in carrozza, e i messaggi arrivavano con una certa lentezza perché dovevano attraversare decine di frontiere. Infatti, nonostante esploratori e coloni europei avessero già percorso quasi tutto il globo, la globalizzazione era un concetto del tutto assente nell’immaginario dell’epoca: porzioni di territorio più o meno piccole, talvolta piccolissime, erano governate ciascuna da istituzioni differenti che cercavano ognuna di primeggiare sul piano politico ed economico, ma anche culturale e artistico. Ciò detto, il concerto di oggi dimostrerà come le distanze e gli impedimenti pratici non impedissero alla cultura di spostarsi e alla musica di diventare un idioma comune, una sorta di esperanto. In particolare, ci muoveremo attorno a tre centri dell’Europa, andando a spiare nel laboratorio artistico di altrettanti dei più grandi musicisti dell’epoca barocca: Arcangelo Corelli (1653-1714), Antonio Vivaldi (1678-1741), e Johann Sebastian Bach (1685-1750). Il primo, il più anziano dei tre, era nato e cresciuto in Emilia Romagna, tra Fusignano (nei pressi di Ravenna) e Bologna, ma la sua carriera musicale raggiunse l’apice quando, poco più che ventenne, si spostò a Roma. La capitale pontificia, infatti, rappresentava una meta tanto ambita quanto difficile per artisti, ma anche per diplomatici, aristocratici, e commercianti: seppur in aura di santità, Roma rappresentava l’emblema dello sfarzo, dell’appariscenza, della teatralità, della pomposità. Vivere a Roma aveva costi esorbitanti, che potevano essere sopportati da artisti e musicisti soltanto se si era abbastanza lesti nel conquistare la protezione delle grandi famiglie romane e straniere (meglio se imparentate con il pontefice) che popolavano la città con intento di affermare la propria notorietà e la propria magnificenza mostrandosi in società. Corelli, da questo punto di vista, fu un maestro: appena giunto a Roma iniziò a lavorare per una delle chiese nazionali più fiorenti della città, quella di San Luigi dei Francesi, e in breve tempo conquistò l’apprezzamento di tre mecenati d’eccezione come il cardinale Benedetto Pamphilj, la regina Cristina di Svezia, e il potente cardinal Pietro Ottoboni. Grazie a questa solida base economica e sociale, Corelli poté sviluppare la sua arte avendo a disposizione ensemble talvolta anche molto numerosi e componendo centinaia di musiche destinate a celebrazioni religiose e profane, allietando banchetti e feste danzanti. Purtroppo oggi è rimasto pochissimo di quel grande patrimonio musicale che il compositore stesso ha voluto lasciare alla caducità del tempo, fatta eccezione per sei raccolte di sonate e di concerti delle quali ha curato egli stesso le stampe, e che in pochi anni gli procurarono una manifesta notorietà su tutto il continente europeo. Per i violinisti lo studio delle sonate di Corelli rappresenta uno scoglio importante nel percorso di formazione e questi lavori sono stati un modello per lo sviluppo di quel virtuosismo che – un secolo e mezzo dopo – ha portato al tripudio di un Paganini. I concerti, a loro volta, si presentano solo apparentemente meno sfarzosi: Corelli li pubblicò nel 1714 dividendo quelli destinati alle esecuzioni nei palazzi da quelli per le celebrazioni religiose, e per la chiesa – forse quella di San Lorenzo in Damaso, a Roma – è stato concepito il Concerto n. 4 op. 6 in re maggiore. La forma del concerto, in epoca barocca, era piuttosto differente da quella sviluppata nei decenni successivi (ad esempio, da W.A. Mozart o da Beethoven): si trattava di composizioni in quattro o sei movimenti, in cui un tempo lento si alternava ad uno più sostenuto. Caratteristica principale nel concerto barocco era quella di far “suonare insieme” diversi strumenti – in termini tecnici, di concertare – facendoli procedere in armonia oppure contrapponendoli gli uni agli altri. Partendo da questo principio estetico, Corelli ha lavorato ai suoi concerti codificando la forma del concerto grosso, ovvero di quella composizione caratterizzata dalla compresenza di due gruppi distinti di strumenti: quello più numeroso suonava le sezioni del tutti e i ritornelli, nell’altro si esibivano soltanto i solisti, che insieme costituivano il concertino, librandosi in virtuosismi come una piccola orchestra ridotta ai minimi termini. Se Corelli contrapponeva il tutti ai soli, Antonio Vivaldi invece faceva dialogare il tutti con singoli solisti che potevano esibirsi da soli sorprendendo il pubblico per la loro maestria e per le abilità strumentali e tecniche. Le ragioni di questa differente scrittura musicale sono molteplici: innanzitutto, Vivaldi operò in anni appena successivi a quelli di Corelli, ovvero in tempi in cui l’interesse a far raggiungere all’arte strumentale vette di complicatezza inaudita (e, dunque, anche a costruire strumenti adatti a questi intenti) era più maturo. Inoltre, non è un caso che Vivaldi lavorò principalmente a Venezia, ovvero in una città in cui da più di un secolo cresceva il prestigio dell’opera, i cui divi diventavano tali perché lasciavano sbigottito l’uditorio dopo le recite. Infine, una ragione non di poco conto: Antonio Vivaldi non godeva in vita della notorietà e soprattutto della stabilità economica e lavorativa del suo collega romano, pertanto per anni si è sottoposto ad un incredibile sforzo che gli consentisse non solo di soddisfare i suoi incarichi come maestro di violino dell’orfanotrofio femminile all’Ospedale della Pietà, ma anche di lavorare come impresario e compositore per alcuni teatri cittadini, e di scrivere musica da vendere o dedicare a nobili viaggiatori di passaggio per la Repubblica Serenissima. Se delle composizioni di Corelli se ne è conservata una minima parte, il catalogo vivaldiano conta più di 600 opere tra sonate e concerti, molte delle quale sono state diffuse in tutta Europa (anche in più versioni) grazie a copie manoscritte e alle stampe fatte realizzare dal compositore stesso per il fiorente mercato di Amsterdam. Ma dunque, come suona un concerto vivaldiano? La struttura generale è simile a quella dei concerti di Corelli: la composizione è strutturata in più movimenti (generalmente per Vivaldi sono solo tre: un Allegro, un Adagio, e un Presto) e i due estremi si rassomigliano perché sono entrambi veloci ed entrambi alternano interventi dell’orchestra con passaggi – man mano più lunghi e complicati – lasciati ai solisti. Al centro della composizione, invece, sta un movimento lento (generalmente chiamato Adagio o Largo), in cui l’orchestra assume un semplice ruolo di accompagnamento e di sostegno per il solista, che invece dà voce alla più alta liricità con melodie lunghe, cantabili, quasi operistiche. Oggi potremo ascoltare due saggi dall’immenso repertorio vivaldiano: il Concerto in re maggiore RV 121 per orchestra d’archi (che per la sua struttura assomiglia molto ai lavori di Corelli) e il Concerto n. 8 RV 522 in la minore, estratto dalla celeberrima raccolta “L’Estro Armonico” che comprende dodici concerti con uno o più strumenti solisti (in questo caso, due violini). Come si è detto, sia l’opera di Corelli sia quelli di Vivaldi sono presto diventate note in tutta l’Europa contribuendo all’esportazione di uno stile musicale, quello italiano, molto apprezzato al di là delle Alpi. Tra i grandi estimatori della musica italiana vi era l’organista e compositore tedesco Johann Sebastian Bach, che non visitò mai l’Italia poiché non si spostò dalla Germania centrale (fatto salvo per una veloce incursione a Lubecca), ma che ebbe la straordinaria capacità di rimanere sempre aggiornato sulla produzione musicale di tutt’Europa, assimilandola e facendola propria. In particolare, Bach ebbe due fortune: da una parte, quella di crescere in una famiglia di musicisti i cui membri possedevano tutti una propria collezione di musica manoscritta e a stampa, che il giovane Johann Sebastian poté studiare e copiare sin da bambino. Dall’altra parte, poco più che ventenne venne impiegato come Concertmeister (maestro dei concerti) alla corte ducale di Weimar: qui incontrò il giovane principe Johann Ernst di Weimar-Sassonia, un grande amante della musica che era appena rientrato da Amsterdam portando con sé una immensa raccolta di spartiti, e che si era talmente appassionato al repertorio dei concerti all’italiana da chiedere a Bach di trascriverne alcuni esempio per clavicembalo o per l’organo (dall’originale per orchestra d’archi), compresi dei lavori di Vivaldi. Bach fece tesoro di quell’esperienza, e alla forma del concerto dedicò ampia parte della sua produzione strumentale per tutti gli anni a venire. Molto famosi sono i Concerti Brandeburghesi, dei concerti grossi composti durante la sua permanenza in un’altra piccola corte tedesca, quella di Cöthen, e celeberrimi i concerti per strumenti solisti e orchestra scritti nei lunghi anni di Lipsia. Per metà della sua vita (1723–1750), Bach fu impiegato come Cantor (maestro di cappella, diremmo noi) alla Thomaskirche di Lipsia, la più importante istituzione religiosa della vivace cittadina sassone. Tuttavia, al duro lavoro richiestogli per insegnare e comporre la musica per il servizio religioso, Bach affiancava quello di direttore dell’eccellente orchestra “Concentus Musicus”, che riuniva virtuosi e studenti dell’Università di Lipsia, i quali si esibivano settimanalmente nei parchi o nei caffè della città lasciando meravigliati i numerosi viaggiatori che assistevano ai concerti. Bach, naturalmente, non scriveva come un compositore italiano, e nella sua arte incluse sempre una forte componente “tedesca” rivelata dall’assidua presenza di un marcato contrappunto; ciò nonostante i suoi concerti rappresentano uno dei più alti tributi all’arte italiana, e tra questi i concerti per clavicembalo e orchestra (che in qualche modo furono i genitori del successivo concerto per pianoforte e orchestra). Quello che sentiremo stasera, il Concerto in do minore BWV 1060, vede solisti ben due clavicembali (Bach scriverà concerti anche per tre e quattro clavicembali): quest’opera fu composta presumibilmente tra il 1735 e il 1740, dunque nel pieno della permanenza lipsiense, e la destinazione era certamente quella del Concentus musicus; tuttavia si suppone che questo concerto sia l’elaborazione di una precedente composizione bachiana che vedeva come solisti l’oboe e il violino. Ascoltiamolo, e il suono italiano (sebbene dall’accento un po’ straniero) sarà palese! per Note senza Tempo 2021 < Precedente Successivo >

  • Memorie della vita di Giovanni Bastiano Bach scritte da lui medesimo

    < Torna indietro Memorie della vita di Giovanni Bastiano Bach scritte da lui medesimo Sergio Vartolo Zecchini, Varese 2019. Questo volume di recente pubblicazione non è un romanzo, ma una “finta” autobiografia in forma di diario che l’autore immagina scritta da Bach durante la quaresima del 1750. Partendo dal Mercoledì delle Ceneri per finire al Venerdì Santo – vigilia della malaugurata operazione agli occhi – Vartolo, indossando i panni di Bach, narra la sua vita dalla nascita fino alla sconvolgente incarcerazione, seguita dal tragico licenziamento dal servizio alla Corte di Weimar. Questa accurata biografia sottolinea in particolare il carattere di “Homo universalis” di Bach e il suo ecumenismo ante litteram, nella sua vita così come nella sua musica. Assorbita la grande tradizione contrappuntistica nordica e le lezioni di Vivaldi, Frescobaldi, Marcello e Couperin, e guidato da una fortissima fede luterana, Bach ha realizzato in musica quella unicità assoluta e trasversale che parla ad ogni uomo di ogni tempo. Il volume è corredato da un CD con musiche di Bach e Frescobaldi ed eseguite dallo stesso Sergio Vartolo. Sergio Vartolo (Bologna, 1944) è un clavicembalista, organista e direttore d’orchestra italiano, specializzato in musica barocca e rinascimentale. Laureatosi anche in lettere, è stato docente in sei conservatori di musica italiani. < Precedente Successivo >

  • Passacaglia

    < Torna indietro Passacaglia La passacaglia (dallo spagnolo pasacalle, composto di pasar – “passare” e calle – “strada”: “canzone da strada”, perché probabilmente danzata, in origine, per la strada) è una forma musicale largamente diffusa nel periodo barocco, proveniente da una danza lenta popolare di origine spagnola. Diffusa in vari paesi d’Europa sin dal XVII secolo, questa danza consiste in una serie di variazioni su un basso ostinato di otto, quattro o due misure – talvolta esso stesso soggetto a variazioni – oppure su uno schema armonico ricorrente; il metro, normalmente, è ternario (spesso un ¾) e presenta spesso un andamento moderato. La passacaglia di area italiana, spagnola e francese viene costruita raramente sopra un disegno musicale ostinato, mentre in area tedesca è la prassi più comune. Inizialmente, la funzione di questa danza era quella di preludio o intermezzo, mentre dal Seicento in poi venne intesa come una successione di variazioni strumentali e inserita, come movimento di danza, all’interno della Suite. Essa presenta molte affinità con la ciaccona (un altro genere compositivo basato su un basso ostinato), da cui è in parte derivata; la passacaglia si differenzia da quest’ultima perché di norma è contraddistinta da un carattere più grave e serioso e perché veniva ballata probabilmente da danzatori maschi. Inoltre, la ciaccona è costituita da una serie di variazioni su un breve tema ostinato situato esclusivamente al basso, mentre nella passacaglia l’ostinato può apparire in qualsiasi voce (anche in quella di canto oppure in una parte interna). Nei secoli XVII-XVIII, esempi significativi di passacaglie ne diedero compositori come Girolamo Frescobaldi, Jean-Baptiste Lully, Dietrich Buxtehude e lo stesso Johann Sebastian Bach. Una passacaglia cantata di area italiana è Homo fugit velut umbra (Passacaglia della vita) di Stefano Landi (1587-1639), compositore della scuola romana del primo periodo barocco; musica e testi sono stati ripresi dal cantautore Franco Battiato in Passacaglia, una sua canzone dell’album Apriti sesamo del 2012. Anche importanti compositori dello scorso secolo si sono cimentati con questo genere compositivo: esempi di passacaglie del Novecento sono la Passacaglia per pianoforte di Aarond Copland (1921-1922), la musica della quarta scena del I Atto del Wozzeck di Alban Berg (1922) e il quarto movimento della Sinfonia n. 8 op. 65 di Šostakóvič (1943). Oltre che come forma a sé stante, la passacaglia può essere parte costitutiva di altre forme musicali; ne è un esempio la passacaglia inserita da Bach nel Crucifixus della Messa in si minore BWV 232. Un altro importante esempio bachiano, nonché una delle sue opere maggiormente note, è la Passacaglia e tema fugato in do minore BWV 582: monumentale composizione per organo, tra i massimi capolavori della sua produzione giovanile. Il manoscritto autografo è andato perduto e l’opera è giunta a noi solo grazie alle copie; la prima edizione a stampa della composizione risale al 1834 presso Dunst (a Francoforte), durante il periodo che viene comunemente chiamato Bach-Reinassance. Non si conosce con esattezza la data di composizione, che viene di norma posizionata fra il 1706 e il 1713. Secondo alcuni studiosi venne composta nel 1709 (dunque da un ventiquattrenne Bach di Weimar), mentre per altri addirittura prima, nel periodo in cui il compositore viveva ad Arnstadt; ciò sarebbe confermato dalle evidenti affinità tra l’opera bachiana e la Passacaglia in re minore BuxWV 161 di Buxtehude (allora uno degli organisti più stimati di tutta la Germania), che Bach ascoltò intorno al 1706 durante un viaggio a Lubecca rimanendone molto colpito. Il tema su cui è costruita la Passacaglia non è originale ma è basato su un motivo gregoriano situato nel Trio en forme de Passacaille – Christe, una parte della Messe du Deuziesme ton per organo (Premier livre d’orge, 1688) del compositore francese André Raison. Le quattro battute del tema originale di Raison vengono estese da Bach fino a otto, in una successione che incatena un elemento armonico, uno melodico, un breve arpeggio e una risoluzione. L’opera è suddivisibile in due sezioni che a loro volta sono costituite, rispettivamente, da venti variazioni e un lungo e articolato “Thema fugatum” – come indicato da Bach stesso – in Do minore, di cui le prime cinque battute costituiscono il tema del fugato, mentre le successive battute fungono da controsoggetto; in questa sezione il tema viene ampiamente elaborato pur mantenendo sempre intatta la sua riconoscibilità. La fortuna di questo brano è testimoniata dall’ispirazione che ne hanno tratto noti compositori dei secoli XIX-XX come Johannes Brahms (troviamo dei richiami all’opera bachiana nel finale della Sinfonia n. 4 op. 98), César Franck (per la parte iniziale del Corale n. 2) e Maurice Ravel (per il terzo movimento del Trio per pianoforte e archi op. 67). Robert Schumann descrisse le variazioni della Passacaglia bachiana come “intrecciate così ingegnosamente da non finire mai di stupire”. Una “interpretazione orchestrale” della BWV 582 fu realizzata nel 1930 da Ottorino Respighi dietro richiesta del direttore d’orchestra Arturo Toscanini. Insieme a quella bachiana, una delle passacaglie più conosciute è l’HWV 432 in Sol minore di Georg Friedrich Händel. < Precedente Successivo >

  • Konzertmeister

    < Torna indietro Konzertmeister Lessema tedesco. Nome singolare maschile (der Konzertmeister; plurale: die Konzertmeister), composto da Konzert ‘concerto’ e da Meister ‘maestro’. Italiano primo violino, inglese concertmaster. Il termine Konzertmeister designa il ruolo di primo violino; la persona che lo rivestiva, fino al XIX secolo dirigeva l'orchestra, ma con l'ampliamento di quest'ultima si divisero le mansioni di direzione e gestione dell'orchestra tra due figure professionali: il Kapellmeister, l'ordierno direttore d'orchestra, e il Konzertmeister, il primo violino. Nei paesi anglofoni il Konzertmeister è detto first chair ('prima sedia'), first (music) stand ('primo leggio'), first desk ('primo banco') e leader: i primi tre appellativi alludono alla posizione fisica occupata in orchestra e l'ultimo alla posizione di alta responsabilità che lo pone quasi al vertice dell'organizzazione gerarchica. Infatti, il Konzertmeister è il leader dell'intera orchestra, e non solo della sezione degli archi come è facilmente immaginabile, ed è solamente subordinato al direttore d’orchestra: è quindi il membro più autorevole dopo il direttore e può essere considerato il suo assistente musicale a tutti gli effetti. Fisicamente, il primo violino, si posiziona alla sinistra del direttore d'orchestra, in prima fila e dal lato direttamente visibile al pubblico; quando l’orchestra deve posizionarsi sul palco prima di un’esibizione, entra insieme a tutta l’orchestra oppure per primo seguito da essa, e quando ogni membro dell’orchestra ha preso posto si attende il direttore d’orchestra, il quale, prima di iniziare il concerto, stringerà la mano al primo violino. Nel caso in cui sia presente un solista, il primo violino stringerà la mano anche a lui, oltre che al direttore d’orchestra. In America e in Gran Bretagna si osservano protocolli differenti: dopo che l'orchestra è entrata sul palco e ogni membro si è accomodato, il primo violino avanza verso il pubblico per accogliere un applauso per poi prendere posto ed attendere l'ingresso del direttore. Durante gli intervalli e alla fine dello spettacolo gestisce i movimenti dell’intera orchestra dando segno di alzarsi e sedersi in corrispondenza degli applausi, e di lasciare il palcoscenico, in corrispondenza di una pausa oppure a spettacolo concluso. Mansioni, doveri e abilità Il primo violino, detto anche “spalla dell’orchestra”, ha il compito di eseguire tutte le parti per violino solo, ad eccezione della parte solistica di un concerto per violino e orchestra per cui, di solito, viene ospitato un solista esterno. È IL mediatore tra gli strumentisti e il direttore: è sua premura assicurarsi che le indicazioni fornite dal direttore siano state recepite da tutta l’orchestra; dobbiamo considerare infatti che il direttore non è esecutore di tutti gli strumenti che sono presenti in orchestra, per cui il primo violino deve "tradurre" in termini tecnici l'idea del direttore al fine di ottenre l'effetto desiderato. Qualora durante le prove, i membri dell'orchestra si distraessero o si dimostrassero poco collaborativi, il primo violino ha anche l'obbligo di mantere l'ordine e il silenzio. Inoltre, dal momento che non sempre un direttore lavora con la medesima orchestra, il primo violino può trovarsi a stretto contatto con diversi direttori nell'arco della stagione; di conseguenza il Konzertmeister rappresenta una stabilità continuativa nella leadership dell'orchestra. Oltre ai doveri, il Konzertmeister deve poter contare su una buona lettura a prima vista che gli consente di dare consigli e fare aggiustamenti fornendo esempi pratici a tutti gli archi. Ma oltre alla gestione dell’orchestra in fase di concerto, il Konzertmeister ha doveri di alta responsabilità durante le prove necessarie alla realizzazione di uno spettacolo. Ancor prima delle prove, il primo violino suggerisce il tipo di archetto da utilizzare per essere maggiormente aderenti al repertorio, e, per assicurasi della coesione dei membri dell'orchestra, ogni responsabile di settore si confronta con lui discutendo eventualmente le decisioni prese. In fase di studio, il Konzertmeister prende decisioni tecniche per conto della sezione degli archi: imposta le arcate da applicare, le quali sono direttamente funzionali all’ordine e alla coerenza nei movimenti dell’archetto; propone fraseggi musicali, articolazioni e diteggiature utili a rendere scorrevole i passaggi più arzigogolati. Prima della sessione di prova e prima dell’inizio del concerto, il Konzertmeister ha l’importante compito di accordare l’orchestra. Come di consueto, chiede il “la” al primo oboe o, nel caso di un concerto per tastiera e orchestra, al pianoforte o all’organo, e successivamente lo fornisce alla sua sezione al fine di avere un’intonazione omogenea. L'accordatura non è una mera formalità, se il primo violino non ritiene che la sua sezione sia accordata adeguatamente chiede ancora una volta il "la" al primo oboe per raggiungere l'intonazione corretta. Un ulteriore compito del primo violino è quello di partecipare, insieme al primo strumento di ogni sezione e al direttore d'orchestra, alle audizioni che si tengono per annettere nuovi membri. Anche i responsabili di ogni settore dell'orchestra sono detti Konzertmeister ma la grande differenza è che ciascuno di loro ha solo la carica di primo strumento della sezione e non ha tutte le responsabilità che ha il primo violino. Alcune grandi orchestre hanno più di un Konzertmeister nel caso in cui il principale sia occasionalmente assente. In altre formazioni, come una banda da concerto, il Konzertmeister è il primo clarinetto, oboe o flauto e ha la responsabilità di accordare l'ensemble comunicando comunque con i responsabili delle altre sezioni. Di solito in questo ambito il Konzertmeister è una carica ricoperta dal più "anziano" in termini di presenza nell'ensemble, poichè è lo strumentista con più esperienza. Nelle brass band, composte interamente da ottoni, questo ruolo spetta alla cornetta solista o alla tromba. Infine, nelle orchestre liriche, sinfoniche e radiofoniche il primo violino ha un vice e condivide le responsabilità anche con il secondo violino. Sitografia THE FREE DICTIONARY, Konzertmeister, Url. https://www.thefreedictionary.com/Konzertmeister, (ultimo accesso 23/08/2021). WIKIPEDIA, Concertmaster, Url. https://en.wikipedia.org/wiki/Concertmaster, (ultimo accesso 23/08/2021). WIKIPEDIA, Konzertmeister, Url. https://de.wikipedia.org/wiki/Konzertmeister, (ultimo accesso 23/08/2021). WIKIPEDIA, Primo violino, Url. https://it.wikipedia.org/wiki/Primo_violino, (ultimo accesso 23/08/2021). < Precedente Successivo >

  • Maurizio Baglini

    Maurizio Baglini Interprete Un Bach "antidogmatico" L'approccio del pianista Maurizio Baglini alla musica di Johann Sebastian Bach è antidogmatico, e, pur nel rispetto degli studi filologici, più in sintonia con la prospettiva novecentesca, post romantica ed espressionista, aperta dalle trascrizioni pianistiche di Ferruccio Busoni, come dimostrano le sue frequenti interpretazioni dal vivo, ma anche nella registrazione realizzata per l'etichetta Tudor nel 2011. Pianista visionario con il gusto per le sfide musicali, Maurizio Baglini ha un’intensa carriera concertistica internazionale. Vincitore a 24 anni del “World Music Piano Master” di Montecarlo, si esibisce regolarmente in sedi quali l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il Teatro alla Scala di Milano, il Teatro San Carlo di Napoli, la Salle Gaveau di Parigi, il Kennedy Center di Washington ed è ospite di prestigiosi festival, tra cui La Roque d’Anthéron, Yokohama Piano Festival, Australian Chamber Music Festival, “Benedetti Michelangeli” di Bergamo e Brescia. La sua vasta produzione discografica per Decca/Universal comprende musiche di Liszt, Brahms, Schubert, Domenico Scarlatti e Mussorgsky e nel 2020 esce il quinto CD della sua integrale pianistica di Schumann. Fondatore e direttore artistico dell’Amiata Piano Festival, è consulente artistico per la danza e la musica del Teatro “Verdi” di Pordenone. Nel 2019 è stato nominato Socio Onorario dell’Aiarp, l’Associazione Italiana Accordatori e Riparatori di Pianoforti. Suona un grancoda Fazioli. Website: www.mauriziobaglini.com

  • Invenzioni e Sinfonie

    < Torna indietro Invenzioni e Sinfonie Il termine invenzione, attestato sin dal Cinquecento, veniva usato nei secoli XVII e XVIII per sottolineare semplicemente l’aspetto originale e innovativo – dal punto di vista stilistico, ma soprattutto formale – di un determinato genere compositivo. I primi compositori che utilizzarono questo termine furono soprattutto di origine italiana, e con esso indicavano opere di libera creazione, somiglianti per certi aspetti al genere compositivo del capriccio. Uno degli esempi più noti di un simile impiego di questa espressione è Il Cimento dell’Armonia e dell’Inventione (1725), una raccolta di dodici concerti per violino, archi e basso continuo di Antonio Vivaldi. Gradualmente, al termine invenzione verrà assegnato un significato più preciso – lo stesso con cui lo intese Bach: quello di composizione di norma breve, in cui viene elaborato – tramite un contrappunto a due o al massimo tre voci – un materiale musicale (raramente più lungo di due o tre battute); questa forma compositiva è di norma destinata agli strumenti a tastiera. Lo stile dell’invenzione è per certi versi molto somigliante a quello della fuga, ma è caratterizzato da una struttura più libera rispetto a quest’ultima. Nonostante l’elevata qualità artistica che raggiunse – soprattutto con l’opera di Johann Sebastian Bach – questa forma musicale, l’invenzione non ebbe una diffusione particolarmente ampia e venne utilizzata soprattutto a scopo didattico. Il genere dell’invenzione è indissolubilmente legato alla figura di Bach. Sebbene l’intento didattico del compositore sia presente nella maggior parte della sua produzione strumentale, questa caratteristica spicca in maniera particolare in alcune sue opere, composte proprio con l’intento di accompagnare il musicista nella progressiva maturazione della tecnica tastieristica, destinate molto spesso ai suoi figli. Ne sono un esempio emblematico le Invenzioni a due voci (BWV 772-786), concepite in origine come una serie di esercizi per il primogenito Wilhelm Friedemann, e le Sinfonie a tre voci (BWV 787-801). Gli anni trascorsi a Köthen (1717-1723) in qualità di Kapellmeister presso la corte del principe Leopold di Anhalt-Köthen sono quelli in cui Bach si dedicò sistematicamente all’educazione musicale dei suoi figli; a questo periodo risale infatti la composizione di altre opere didattiche come le Suites inglesi (BWV 806-811) e i Sei piccoli preludi per clavicembalo (BWV 933-938). Indubbiamente, il compositore – senza mai scindere l’intento didattico da quello artistico ed espressivo – ha contribuito in maniera profonda alla creazione del genere della musica didattica, di cui troviamo importanti esempi anche nei secoli a venire (si pensi agli Études di Chopin o di Debussy). Proprio per il carattere fortemente didattico che ha caratterizzato le raccolte delle Invenzioni e delle Sinfonie sin dalla loro composizione, queste due raccolte hanno poi rappresentato un’importante scuola per tutti coloro che, nei secoli a venire, si sono avvicinati agli strumenti a tastiera. In particolare, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, queste raccolte hanno rappresentato un passaggio obbligato per giovani allievi, e ciò ha comportato un prolificare di edizioni didattiche, appositamente preparare da grandi virtuosi o da noti didatti, specificatamente dedicate a musicisti alle prime armi. Altrettanto avvenne in Italia, ove le edizioni pratiche delle Invenzioni e delle Sinfonie oggi rappresentano una fonte privilegiata per lo studio non solo della prassi esecutiva delle opere bachiane tra Otto e Novecento, ma anche della storia della didattica musicale. Estremamente interessante, per il lettore odierno, è leggere l’intero frontespizio dell’autografo bachiano delle Invenzioni: il compositore, di suo pugno, definisce la raccolta un «Metodo efficace con cui si presenta in forma chiara agli appassionati degli strumenti a tastiera e soprattutto a coloro che sono desiderosi di apprendere, non soltanto (1) come si suona correttamente a due voci, ma anche (2) come si può arrivare, man mano che l'allievo progredisce, a far buon uso di tre voci obbligate e ottenere così non soltanto delle buone invenzioni, ma poterle pure bene eseguire e soprattutto acquistare l'arte del cantabile e il gusto della composizione». Pertanto, nella concezione bachiana, le Invenzioni a due voci – così come poi le Sinfonie e il Clavicembalo ben temperato, non rappresentavano soltanto una palestra tecnica per imparare a suonare più voci contemporaneamente, ma anche una scuola da cui apprendere le tecniche per scrivere contrappunti. Come è riportato nei manoscritti autografi a noi pervenuti, Bach adottò il termine Inventiones per le sue quindici composizioni a due voci, mentre preferì usare il termine Sinfoniae (espressione da non confondere con le sinfonie orchestrali) per quelle a tre voci. Prime attestazioni di questi brani si ritrovano all’interno del Clavier-büchlein vor Wilhelm Friedemann Bach (‘Libretto per tastiera per Wilhelm Friedemann Bach’), un libretto di composizione contenente vari altri brani destinati al suo primogenito. Queste due raccolte possono essere considerate come degli esercizi propedeutici – sebbene altrettanto ricche dal punto di vista artistico e musicale – alla raccolta, più nota ed articolata, nota come Clavicembalo ben temperato (BWV 846-893). La forma dei singoli brani è spesso molto essenziale (di norma è bipartita, A-A’, oppure tripartita, A-A-B) e in essi viene dato risalto allo stile di scrittura chiaramente imitativo. In passato queste raccolte sono state eseguite in pubblico molto raramente ma, soprattutto dalla seconda metà del Novecento in poi, gli interpreti hanno iniziato a eseguirle con più assiduità (si pensi alle celebri esecuzioni pianistiche di Glenn Gould, o alla prima incisione italiana di Chiara Cassin), dimostrando l’alto valore artistico che queste composizioni hanno all’interno della letteratura tastieristica di Bach, ben superiore alla mera destinazione scolastica a cui sono state per tanti anni confinate. < Precedente Successivo >

  • 2010-2015 old | www.jsbach.it

    2010-2015 Paolo Cherici, Johann Sebastian Bach - Lo stile italiano Originale compact disc targato Preludio che raccoglie sonate bachiane per vario strumento trascritte per liuto. Merito e ricerca sono di Paolo Cherici. Ottima la qualità sonora. ​ Programma musicale: Bach: Sonate (trascr. per liuto) BWV 1021, 1023, 1033, 1034, 1035 Aria variata alla maniera italiana (trascr. per liuto) BWV 989 Giuliano Carmignola Concerti per violino In questa bellissima produzione Archiv del 2014, il grande violinista italiano Giuliano Carmignola è affiancato da Concerto Köln nei Concerti per violino di Bach. ​ Programma musicale: Bach: Concerti per violino BWV 1041, 1042, 1043, 1056R, 1052R Enrico Dindo Suites per violoncello Il grande violoncellista italiano Enrico Dindo ha registrato nel 2011 per Decca l'integrale delle Suites per violoncello di Johann Sebastian Bach. ​ Programma musicale: Bach: Suites BWV 1007-1011 Maurizio Baglini Bach-Busoni vol. 2 Facendo seguito ad un'analoga pubblicazione del 2006, Maurizio Baglini propone un secondo album dedicato alle trascrizioni bachiane realizzate da Busoni ​ Programma musicale: Bach-Busoni: Chromatische Fantasie und Fuge BWV 903; Präludium und Fuge BWV 552; Choralvorspiele BWV 67, BWV 734a, BWV 617, BWV 637, BWV 705, BWV 665 Praeludium und Fuge BWV 532 Andrea Padova Concerti Con i Solisti della Mainzer Kammerorchester, Andrea Padova interpreta al pianoforte alcuni Concerti per tastiera di Bach, in una pubblicazione Stradivarius del 2012. ​ Programma musicale: Bach: Concerti BWV 1053, 1056, 1058, 1059 Luca Guglielmi Variazioni Goldberg Il clavicembalista Luca Guglielmi interpreta le Variazioni Goldberg in una pubblicazione del 2011 edita da Stradivarius. ​ Programma musicale: Bach: Variazioni Goldberg BWV 988 Luca Guglielmi Bach in Montecassino Bel programma comprendente brani di Bach raccolti nelle collezioni di Padre Martini e di Friedrich Wilhelm Rust, in un CD Vivat del 2015. ​ Programma musicale: Bach: Composizioni per organo BWV 903a, 733, 802-805, 537/1, 753, 713, 668a, 870b, 672-675, 681, 683, 687, 846/2, 904 Andrea Padova Complete Fantasias Tutte le Fantasie composte da Bach per strumento a tastiera sono qui proposte da Andrea Padova al pianoforte, in una registrazione pubblicata nel 2014 da Stradivarius. ​ Programma musicale: Bach: Fantasie BWV 921, 1121, 904, 919, 922, 918, 906, 944, 917, 903 Adriano Fazio Thinking Bach In un programma variegato, il violoncellista Adriano Fazio propone (pubblicato da Stradivarius nel 2014) una serie di brani di Bach e di suoi contemporanei o predecessori. ​ Programma musicale: Bach: Suites per violoncello solo n. 1-3 Supriani: Toccata decima per cello Gabrielli: Ricercare n. 7 Vitali: Toccata Ruggiero Dall'Abaco: Capriccio Primo Daniele Boccaccio Trascrizioni per organo dei concerti per violino L'organista Daniele Boccaccio presenta, in prima trascrizione e registrazione mondiale, i Concerti per violino di Bach trascritti da lui stesso per organo, in una pubblicazione Brilliant del 2014. ​ Programma musicale: Bach-Boccaccio: Concerti per violino BWV 1041, 1042, 1043 Roberto Loreggian Sonate, Partite e Suites (trascr. Leonhardt) Un'interessantissima pubblicazione della Brilliant (2014) vede il clavicembalista Roberto Loreggian impegnato nell'interpretazione della trascrizione che Gustav Leonhardt realizzò a partire dalle Sonate e Partite per violino solo e dalle Suites per violoncello solo. ​ Programma musicale: Bach-Leonhardt: Sonate e Partite Stefano Montanari Sonate e Partite In un doppio CD pubblicato nel 2012 da Amadeus Elite, il violinista Stefano Montanari affronta le Sonate e Partite di Bach per violino solo ​ Programma musicale: Bach: Sonate e Partite BWV 1001-1006 Mirko Ballico Bach: Viaggio in Italia In questo CD del 2012 registrato du un organo Gaetano Callido di fine Settecento, Mirko Ballico interpreta alcune composizioni "italiane" di Johann Sebastian Bach ​ Programma musicale: Bach: Concerto italiano BWV 971; Fantasia BWV 570; Pastorella BWV 590, Toccata BWV 914; Fantasia e Imitazione BWV 563; Concerto per organo BWV 596; Canzona BWV 588; Concerti BWV 974 e 978 Gianluca Luisi Partite n. 2, 3, 4 Con quest'altra registrazione del 2014 per l'etichetta OnClassical, Gianluca Luisi completa l'integrale delle sei Partite. ​ Programma musicale: Bach: Partite n. 2, 3, 4 Alessandra Artifoni Suites francesi In un CD Dynamic del 2012, registrato alla Villa L'Oriuolo di Firenze, la clavicembalista Alessandra Artifoni propone l'integrale delle Suites francesi. ​ Programma musicale: Bach: Suites francesi BWV 812-817 Ramin Bahrami e Riccardo Chailly Concerti per tastiera Affiancato dalla prestigiosa orchestra del Gewandhaus di Lipsia, diretta da Riccardo Chailly, Ramin Bahrami interpreta cinque Concerti per strumento a tastiera eseguendoli al pianoforte in un'incisione per DECCA del 2011. ​ Programma musicale: ​ Bach: Concerti BWV 1052, 1053, 1054, 1055, 1056. Andrea Bacchetti Variazioni Goldberg Altra registrazione delle Goldberg da parte di Andrea Bacchetti, che interpreta il capolavoro bachiano per Dynamic su un pianoforte Fazioli in un'incisione del 2010. ​ Programma musicale: ​ Bach: Variazioni Goldberg BWV 988; brani dal Clavierbüchlein per Anna Magdalena Bach Riccardo Chailly Concerti brandenburghesi Con la "sua" Gewandhausorchester, Riccardo Chailly interpreta i Concerti Brandenburghesi di Bach in un disco del 2010 pubblicato da DECCA.​ ​ Programma musicale: ​ Bach: Concerti brandenburghesi BWV 1046-1051 Ramin Bahrami Suites Inglesi In un'altra registrazione per DECCA (2012), Ramin Bahrami interpreta al pianoforte le sei suites di Bach per strumento a tastiera dette "Suites Inglesi". ​ Programma musicale: ​ Bach: Suites inglesi n. 1-6 Matteo Messori Schübler-Chorales, Preludes and Fugues Una pubblicazione Brilliant del 2012 vede l'organista Matteo Messori impegnato in alcune delle più celebri composizioni bachiane per organo. ​ Programma musicale: Bach: Composizioni organistiche BWV 537, 538 541, 544-548, 645-650 Marco Salcito Variazioni Goldberg Le Variazioni Goldberg vengono proposte dal chitarrista Marco Salcito in una rarissima trascrizione per le sei corde, pubblicata nel 2014 da Dynamic. ​ Programma musicale: ​ Bach: Goldberg Variations BWV 988 Sergio De Pieri Bach: Passacaglia Organ Works In questo CD Newton Classics del 2013, l'organista Sergio de Pieri, sull'organo della Chiesa di Meolo di Venezia, interpreta numerose composizioni di Bach in forma di passacaglia; da notare la Fuga in do minore su un tema di Legrenzi. ​ Programma musicale: ​ Bach: Composizioni per organo BWV 549, 561, 574, 582, 639-641, 656, 727, Luca Guglielmi The New Bach Image Un'interessante pubblicazione Stradivarius del 2014 vede l'organista e cembalista Luca Guglielmi impegnato in un programma che vede i classici per tastiera di Bach in modo innovativo. ​ Programma musicale: ​ Bach: Preludio e fuga BWV 533a; Fantasia BWV 695; Erbarm dich mein o Herre Gott BWV 721; Preludio e fuga in do "per il Padre Martini"; Trascrizioni dalle Sonate e Partite BWWV 1001, 1004, 1006; Aria dalle Variazioni Goldberg Stefano Molardi Opera completa per organo Dopo aver pubblicato quattro volumi di opere per organo di Bach, l'organista, clavicembalista e musicologo Stefano Molardi propone, nel 2015, l'integrale organistica di Bach in un box di Brilliant Classics contenente 15 CD. ​ Programma musicale: ​ Bach: Opera omnia per organo Manuel Tomadin Corali Lipsiensi, Passacaglia e Fuga Un doppio CD Brilliant pubblicato nel 2013 propone una serie di composizioni organistiche registrate da Manuel Tomadin sul nuovo organo di Francesco Zanin (2007) della Chiesa di Sant'Antonio Abate di Padova. ​ Programma musicale: ​ Bach: Composizioni organistiche BWV 651a, 542a, 653b, 654a, 655a, 656a, 657, 542, 583, 658a, 659, 660a, 661a, 662a, 663a, 664b, 665a, 666a, 667b, 582 Mario Ancillotti, Claudio Brizi Fantasie cromatiche Nel 2012, la rivista Amadeus pubblica un interessante CD interpretato da Mario Ancillotti al traversiere e Claudio Brizi al claviorgano, con Sonate, Partite e Arie di Bach. ​ Programma musicale: ​ Bach: Composizioni BWV 244 (Aus Liebe), 1027/1039, 565, 180, 1013, 100, 1030. Claudio Colombo Bach/Reger Claudio Colombo registra le due parti pianistiche dei Brandenburghesi nella versione di Reger per pianoforte a quattro mani. ​ Programma musicale: ​ Bach: Concerti brandenburghesi BWV 1046-1051 Claudio Colombo Suites francesi Claudio Colombo registra le sei Suites francesi di Bach. ​ Programma musicale: ​ Bach: Suites francesi Claudio Colombo Triosonate Claudio Colombo registra un proprio arrangiamento delle Triosonate di Bach​ ​ Programma musicale: ​ Bach: TrioSonatas Ramin Bahrami, Solisti dell'Accademia Nazionale di S. Cecilia Offerta musicale Nel 2015, Ramin Bahrami pubblica con Decca l'Offerta Musicale con i Solisti dell'orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia ​ Programma musicale: ​ Bach: L'Offerta Musicale BWV 1079 Chiara Banchini, J.A. Bötticher Sonate per violino e clavicembalo Chiara Banchini, affiancata dal clavicembalista Jörg-Andreas Bötticher, affronta le Sonate per violino e clavicembalo di Bach in una produzione Outhere del 2012. ​ Programma musicale: ​ Bach: Sonate BWV 1014-1019 Lorenzo Ghielmi Trio Sonatas L'organista e clavicembalista Lorenzo Ghielmi interpreta, all'organo, le Trio Sonate di Bach in una produzione Passacaille del 2010. ​ Programma musicale: ​ Bach: Trio Sonatas BWV 525-530 Lorenzo Ghielmi, Vittorio Ghielmi Sonatas for viola da Gamba and harpsichord Seconda registrazione delle Sonate per viola da gamba e cembalo da parte di Lorenzo e Vittorio Ghielmi; Passacaille, 2011 ​ Programma musicale: ​ Bach: Sonate BWV 1027-1029; Preludi e Fughe BWV 847, 871, 884. Sandro Ivo Bartoli Bach-Busoni Questo doppio CD pubblicato da Brilliant nel 2014 presenta l'integrale delle trascrizioni busoniane per pianoforte a partire da originali bachiani, nell'interpretazione di Sandro Ivo Bartoli. ​ Programma musicale: ​ Bach-Busoni: Complete transcriptions Luca Guglielmi, Bach & The Early Pianoforte In questo cd del 2014 Luca Guglielmi ha scelto di interpretare su strumenti settecenteschi (un fortepiano Cristofori, un fortepiano Silbermann e un clavicordo Hubert) opere per tastiera e violino del maestro di Lipsia. L’etichetta è Piano Classics. ​ Programma musicale: Bach: Toccata BWV 911 Sonata per violino BWV 1003 Preludio, fuga e Allegro BWV 998 Preludi BWV 846/1, 999 Partita BWV 997 Sarabanda BWV 995 Andrea Bacchetti Concerti per pianoforte e archi In questa registrazione del 2014 pubblicata da Sony Classical, Andrea Bacchetti suona e dirige i Concerti per strumento a tastiera di Bach al pianoforte, affiancato dall'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI in registrazioni del 2014. ​ ​ Programma musicale: Bach: Concerti BWV 1052-1056, 1058 Accademia Bizantina, Viktoria Mullova, Ottavio Dantone, Bach: Concertos L’Accademia Bizantina, la violinista Viktoria Mullova e il clavicembalista Ottavio Dantone registrano per PM classics quattro dei più noti concerti bachiani (due dei quali in interessanti trascrizioni) per un cd di altissimo livello. Programma musicale: Bach: Concerti BWV 1041, 1042, 1053 (trascr. per violino), 1060 (trascr. per violino e clavicembalo) Roberto Giordano Invenzioni, Sinfonie, Duetti Un'interessante produzione La bottega discantica del 2014 presenta le invenzioni a due voci, quelle a tre voci ("Sinfonie") e i Quattro Duetti eseguiti al pianoforte da Roberto Giordano. ​ Programma musicale: Bach: Invenzioni BWV 772-786, Sinfonie BWV 787-801, Duetti BWV 802-804 Bruno Procopio Partite, vol. II Il cembalista e direttore d'orchestra Bruno Procopio completa con questa registrazione, pubblicata nel 2015 da Paraty, l'integrale delle Partite. ​ Programma musicale: Bach: Partite per strumento a tastiera n. 5, 2, 6 Luca Guglielmi J. S. Bach and the Early Pianoforte In una produzione Piano Classics del 2014, Luca Guglielmi interpreta al fortepiano (Cristofori e Silbermann) e al clavicordo alcune composizioni per tastiera di J. S. Bach, originali e trascritte.​ ​ Programma musicale: Bach: Composizioni per tastiera BWV 846/1, 911, 995, 997-999, 1010/1; Trascrizioni da BWV 1003 Stefano Greco Goldberg Variationen Nel 2010, il pianista Stefano Greco interpreta le Variazioni Goldberg al pianoforte per Phoenix. ​ Programma musicale: Bach: Variazioni Goldberg BWV 988 Stefano Innocenti Toccaten Il clavicembalista Stefano Innocenti registra per Stradivarius, nel 2015, un programma con le Toccate per strumento a tastiera di Bach. ​ Programma musicale: Bach: Toccate BWV 910-916 Andrea Bacchetti Concerti per pianoforte e archi Andrea Bacchetti interpreta sei concerti per strumento a tastiera ed archi al pianoforte, in un'esecuzione live da lui suonata e diretta presso il Teatro Carlo Felice di Genova (registrata nel 2014) con l'Orchestra del Teatro Carlo Felice. ​ Programma musicale: Bach: Concerti BWV 1052-1056, 1058 Andrea Bacchetti The Italian Bach Andrea Bacchetti registra nel 2013 presso la Fazioli Concert Hall di Sacile, e pubblica per Sony Classical un CD dedicato al "Bach italiano" - non, come abitualmente si usa, riferito a Johann Christian, bensì alle composizioni "italiane" di Bach. ​ Programma musicale: Bach: Capriccio sulla lontananza del fratello dilettissimo BWV 992; Aria variata BWV 989; Concerto da Vivaldi; Concerto da B. Marcello; Concerto Italiano BWV 971 Bach-Busoni: Nun komm, der Heiden Heiland; Wachet auf, ruft uns die Stimme Patrizia Marisaldi, Alberto Rasi Sonate per viola da gamba e cembalo In questa interessante produzione Bongiovanni del 2014, Alberto Rasi (viola da gamba) e Patrizia Marisaldi interpretano le Sonate bachiane, insieme con brani per cembalo solo. ​ Programma musicale: Bach: Sonate per viola da gamba e cembalo BWV 1027, 1028, 1029; Toccata BWV 916 Gianluca Luisi Partite n. 1, 5, 6 Per l'etichetta OnClassical, Gianluca Luisi, specialista italiano nell'esecuzione di Bach al pianoforte, interpreta tre delle sei Partite. ​ Programma musicale: Bach: Partite n. 1, 5, 6 Rocco Filippini Suites per violoncello, vol. I Un vinile ​LP pubblicato nel 2013 in edizione limitata da Foné presenta il primo dei tre volumi dell'integrale delle Suites per violoncello interpretate da Rocco Filippini ​ Programma musicale: Bach: Suites per violoncello BWV 1007-1008 Gianluca Luisi Das Wohltemperirte Klavier In questo cofanetto pubblicato da Centaur nel 2010, il pianista Gianluca Luisi interpreta l'integrale del Clavicembalo ben temperato al pianoforte. ​ Programma musicale: Bach: Das Wohltemperirte Klavier, vol. I-II Maria Perrotta Variazioni Goldberg Nel 2012, Maria Perrotta ha proposto un'interessante interpretazione delle Variazioni Goldberg al pianoforte, pubblicata da DECCA. ​ Programma musicale: Bach: Variazioni Goldberg Ramin Bahrami Invenzioni e Sinfonie In questo CD ​del 2013, Ramin Bahrami interpreta l'integrale delle invenzioni a due e tre voci di Johann Sebastian Bach, sempre per DECCA. ​ Programma musicale: ​ Bach: 15 Invenzioni, BWV 772-786; 15 Sinfonie, BWV 787-801; Preludio, Fuga e Allegro BWV 998; Ouverture BWV 820; Suite BWV 832; Suite BWV 996 Andrea Bacchetti Toccatas In questa produzione Dynamic del 2010, registrata su Fazioli nel 2009-2010, Andrea Bacchetti interpreta le Toccate per strumento a tastiera di Bach al pianoforte.​ ​ Programma musicale: ​ Bach: Toccate BWV 910-916 Riccardo Chailly Passione secondo Matteo Il direttore d'orchestra italiano, alla guida della Gewandhausorchester e di due fra i più prestigiosi cori bachiani (il Thomanerchor di Lipsia e i Tölzer Knabenchor) propone un'interpretazione della Passione secondo Matteo (pubblicata nel 2010 da DECCA).​ ​ Programma musicale: ​ Bach: Passione secondo Matteo BWV 244 Claudio Colombo Variazioni per "pianoforte" Un'interessante pubblicazione del 2011 vede riunite le Variazioni Goldberg e l'Aria variata di Bach, insieme con la versione che Eugen d'Albert ha realizzato della Passacaglia in do minore, interpretate al pianoforte da Claudio Colombo. ​ Programma musicale: ​ Bach: Variazioni Goldberg BWV 988, Aria variata BWV 989 Bach-D'Albert: Passacaglia in do minore Mario Folena, Roberto Loreggian Trio Sonate Mario Folena al traversiere, con Roberto Loreggian al clavicembalo, propongono in questa registrazione del 2014 per Brilliant le Sei Triosonate di Bach. ​ Programma musicale: ​ Bach: Trio Sonatas BWV 525-530 Luca Guglielmi, Marco Angius , Orchestra di Padova e del Veneto L'Arte della Fuga Una pubblicazione Stradivarius del 2015 vede il clavicembalista Luca Guglielmi impegnato nell'interpretazione dell'Arte della Fuga insieme con l'Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Marco Angius. ​ Programma musicale: ​ Bach-Scherchen: L'Arte della Fuga BWV 1080 Andrea Padova Variazioni Goldberg Nel 2014, Stradivarius pubblica la registrazione realizzata l'anno precedente dal pianista Andrea Padova delle Goldberg di Bach. ​ Programma musicale: ​ Bach: Variazioni Goldberg BWV 988 Mario D'Agosto Opera completa per liuto Il liutista Mario D'Agosto interpreta, in una registrazione Brilliant del 2013, l'opera completa per liuto di Bach. ​ Programma musicale: ​ Bach: Composizioni per liuto BWV 995-1000, 1006a Matteo Messori, Cappella Augustana L'Arte della Fuga, L'Offerta musicale In una pubblicazione Brilliant del 2011 (cofanetto di 3 CD), ​l'organista e cembalista Matteo Messori, anche nella veste di direttore della Cappella Augustana (di cui fanno parte, fra l'altro, anche Luigi Mario Lupo al traversiere, Luca Giardini al violino e Marco Testori al violoncello) propone le vette dell'arte contrappuntistica bachiana: L'Arte della Fuga, L'Offerta musicale, le Variazioni canoniche su "Vom Himmel hoch" ed un frammento della fuga a tre soggetti BWV 1080/1. ​ Programma musicale: ​ Bach: L'Arte della Fuga BWV 1080; L'Offerta musicale BWV 1079; Variazioni canoniche su "Vom Himmel hoch"; Fuga BWV 1080/18 Insieme Strumentale di Roma, Giorgio Sasso Concerto Reconstructions I musicisti Salvatore Carchiolo e Giorgio Sasso hanno "ricostruito" quattro Concerti bachiani, reinterpretando la strumentazione di opere che ci sono state tramandate e potrebbero essere trascrizioni di lavori precedenti. Pubblicazione Brilliant del 2012. ​ Programma musicale: ​ Bach-Carchiolo: Concerto per organo e oboi (da BWV 1052, 145, 188); Concerto per cembalo e oboe (da BWV 35 e 1059); Concerto per tre violini (da BWV 1064); Bach-Carchiolo-Sassi: Concerto BWV 1055 Andrea Bacchetti Suites Francesi Le Suites francesi di Bach vengono proposte da Sony in un'incisione del pianista italiano Andrea Bacchetti, con un doppio CD del 2012 registrato su pianoforte Fazioli. ​ Programma musicale: ​ Bach: Suites Francesi BWV 812-817; Toccata BWV 914; Partita n. 2 BWV 826. Claudio Colombo Bach/Reger Claudio Colombo registra le due parti pianistiche delle Suites per orchestra nella versione di Reger per pianoforte a quattro mani. ​ Programma musicale: ​ Bach: Suites per orchestra BWV 1066-1069 Claudio Colombo Suites inglesi Claudio Colombo registra le sei Suites inglesi di Bach. ​ Programma musicale: ​ Bach: Suites inglesi Ramin Bahrami Suites francesi Nel 2010, Ramin Bahrami pubblica con Decca l'integrale delle Suites francesi di Bach eseguite al pianoforte. ​ Programma musicale: ​ Bach: Suites francesi Accademia bizantina, Ottavio Dantone "Sinfonia" Questo interessante album pubblicato da Decca nel 2011 riunisce alcune "Sinfonie" strumentali alle Cantate di Bach. ​ Programma musicale: ​ Bach: Sinfonie dalle Cantate BWV 29, 150, 42, 35, 156, 196, 31, 152, 169, 12, 52, 142, 146, 182, 174, 21, 18, 75. Lorenzo Ghielmi French Suites I-III L'organista e clavicembalista Lorenzo Ghielmi interpreta, al cembalo, tre Suites francesi, il Concerto italiano e l'Aria Variata, in una produzione Passacaille del 2012. ​ Programma musicale: ​ Bach: Suites Francesi BWV 812-813, Concerto italiano BWV 971, Aria Variata BWV 989 Lorenzo Ghielmi Musikalisches Opfer L'organista e clavicembalista Lorenzo Ghielmi interpreta l'Offerta musicale con Jan De Winne, Sophie Gent, Tuomo Suni, Vittorio Ghielmi e Rodney Prada, in una produzione Passacaille del 2014. ​ Programma musicale: ​ Bach: Musikalisches Opfer, BWV 1079 Claudio Astronio Clavierübung III In una produzione Stradivarius del 2012, Claudio Astronio, insieme con il Concentus Vocalis Griesensis diretto da P. Urban Stillhard interpreta la Clavierübung III ​ Programma musicale: ​ Bach: Clavierübung III Ivano Battiston Bach Transcriptions Un CD pubblicato da EMA Records nel 2014 presenta un'interessante registrazione di trascrizioni bachiane per fisarmonica interpretate da Ivano Battiston. ​ Programma musicale: ​ Bach: Trascrizioni da BWV 565, 730, 971, 645 e 1004

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